Il bambino è un essere multimediale

Il bambino è un essere multimediale perché la logica di cui si serve per conoscere e conoscersi e per entrare in relazione coi suoi simili (anche con gli adulti, che però sovente rispondono in modo distonico) Poggia sulla collaborazione-integrazione di un ampia varietà di mezzi (telefono, radio, registratore, televisione, computer, giornaletto, libro, giocattolo...), all'interno dei quali vengono meno le tradizionali gerarchie di cognizioni e d'uso. Più dell'adulto è in grado di sfruttare le nuove risorse. Il suo modo di essere multimediale è assolutamente naturale. Il bambino è multimediale anche perché dentro a questo spazio egli si pensa in modo molteplice, plurale: l'incontro e la collaborazione alla pari di codici (iconici, acustici, segnici, tattili...) fin qui intesi come non omologabili, produce in lui una dilatazione-distribuzione dei meccanismi della conoscenza e della coscienza verso una molteplicità di fronti e di direzioni originali. [...] Stiamo forgiando (o si stanno forgiando a volte contro la nostra volontà) individui assai diversi da quelli che una tradizione storica relativamente recente ci ha abituato a caratterizzare come "bambini". É inevitabile che il fenomeno sia letto con un forte carico di ansietà e preoccupazione. Il disagio deriva anche dal fatto che noi adulti ci troviamo a vivere le lacerazioni (antropologiche, psicolo giche, socioeconomiche) di una società che sta progressivamente invecchiando, e che per questa ragione tende a spostare il baricentro dei suoi investimenti ideologici e affettivi dal terreno della rigenenizione-trasformazione a quello dell'autoconservazione-mantenimento [..]. Basterebbe che ci sforzassimo di stare, più di quanto non facciamo, dietro al bambino e non sempre davanti. E che provassimo a indagare questo nostro (e suo) universo con una epistemologia più fluida, aperta, costruttiva: quella stessa che, se vogliamo, possiamo cogliere incarnata nel pensiero "reticolare" del bambino multimediale. Sarebbe giusto lavorare per promuovere la nostra "parte bambina", nostro "lo infantile", in questo modo vivrebbe meglio la società nel suo complesso per il fatto di volersi impegnare a fare i conti con le scorie sempre più ingombranti del suo "lo senti 1 I bambini riescono a capire il modo esatto con il cuale ci si aproccia con una determinata persona. 2Perhe non sanno come gestirli e loro stessi non se ne intendono 3 Dovremmo cercare di comprendere ed esserci quando il bambino ha bisogno e non pensare a cosa succederà. 4 si, pwechè anchio uso il telefono per comunmicare. Non sempre però va bene. spesso c'è bisogno di parlare faccia a faccia Crescere tra ritmi naturali e tecnologie digitali | Scienza in rete

Commenti

Post popolari in questo blog

noi e gli altri

La struttura della psiche

Inconscio collettivo Jung