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Visualizzazione dei post da ottobre, 2022

Identità e ruoli sociali

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In psicologia, Ruolo e Identità sono due concetti ben distinti, sebbene inestricabilmente legati tra di loro. L'identità fa riferimento a quel nucleo stabile che ci permette di trovare e riconoscere unità e coerenza in tutto quel che facciamo: cioè salvaguarda la certezza di essere sempre noi nonostante i cambiamenti che intervengono nei luoghi, con le persone e nel tempo. Il ruolo invece fa riferimento ad aspetti più contestuali e che hanno una valenza non solo temporale, ma anche sociale perché viene costruito da un gruppo. Date le dimensioni si potrebbe pensare che sia solo l'identità ad incidere sui ruoli, ma in realtà il rapporto è bidirezionale. Cosè il ruolo? Il ruolo è l'insieme di comportamenti e di aspettative che si costruiscono attorno ad una determinata posizione sociale. Non appartengono al singolo, ma riguardano un gruppo o una società che nel tempo, costruisce una visione stereotipata di chi occupa quella posizione. Ovviamente ognuno rientra solo in parte

Sè psicologico, il sè percepito e il sè ideale

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Il Sé si costruisce nella relazione con gli altri. In psicologia l'identità è definita come l'insieme di credenze che una persona ha di semè stessa in un dato momento e che costruiscono il concetto di "se" Gli psicologi William James (1842-1910) e George Herbert Mead (1863-1931) hanno sottolineato che l'identità di sé non sia qualcosa di puramente privato e individuale, ma nasca dalla relazione con gli altri e con la società. james, inoltre ha introdotto l'idea della molteplicità del Sé in quanto l'identità si fonda su differenti livelli della persona - c'è un Sé materiale legato alla percezione di un corpo, ma anche di quanto o appartiene nel mondo reale (oggetti, strumenti ecc); -c'è un Sé sociale basato sul riconoscimento da parte degli altri e sul proprio ruolo nella società. -infine c'è un sé spirituale, legato alla soggettività più interiore, ai propri atteggia-menti, interessi e alla propria personalità. Il concetto di sé soc

Inconscio collettivo Jung

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Inconscio personale: È proprio di ogni individuo e suoi contenuti sono in gran parte costituiti da materiali per i quali non c'è più posto nella mente conscia (perché hanno perso attualità e interesse per noi), ma anche da materiali che sono stati rimossi perché spiacevoli o incompatibili con la coscienza, dimenticati, percepiti, pensati e sentiti al di sotto della soglia della coscienza. Inconscio collettivo : Questo è sicuramente il dato di maggiore novità della teoria junghiana dell'inconscio rispetto a quella di Freud, che unisce ontogenesi e filogenesi, il processo psichico individuale e quello della specie. Non giungiamo all'inconscio tramite uno scavo genealogico, per questo le immagini e i contenuti di taluni sogni non possono essere spiegati con i ricordi, ma debbono essere considerati come un materiale nuovo che deriva da un inconscio collettivo. «L'inconscio collettivo è la poderosa massa ereditaria spirituale dello sviluppo umano, che rinasce in ogni stru

I traumi

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La psiche di una persona è solitamente in grado di affrontare esperienze e sensazioni negative come dispiaceri e paure. Talvolta, però, un'esperienza può essere cosi intensa da coglierci impreparati. In questi casi la psiche subisce un trauma, un danno che lascia una ferita aperta e che può essere causa di nevrosi. È più probabile subire un trauma quando siamo indifesi, sensibili e non abbiamo ancora sviluppato strategia per difenderci dalle esperienze negative. Una volta cresciuti, l'evento che ha causato il trauma può essere dimenticato, seppellito nell'inconscio, ma restare fonte di nevrosi. Anche in questi casi il compito dello psicoanalista è quello di far riemergere l'evento traumatico dell'infanzia, in modo che la persona risolva il suo disagio. Per difendersi da situazioni traumatiche, la psiche mette in atto strategie di difesa che cercano di indurre, risolvere o almeno ignorare la tensione dovuta al conflitto. Alcune delle strategie più note sono le segue